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Nelle alture su cui sorge oggi l'agglomerato urbano di Perugia sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici di epoca preistorica, a testimonianza di come la zona sia stata meta dei primi insediamenti umani nella penisola. Se è vero che un centro abitato esisteva già in epoca protostorica, la nascita di Perugia come città è fatta generalmente risalire al periodo in cui gli Etruschi, in espansione dalle regioni tirreniche, ne presero possesso (VI-V secolo a.C.). Sotto la dominazione etrusca Perugia assume rapidamente un'importanza tale da assurgere al ruolo di lucumonia (il distretto amministrativo etrusco per eccellenza). Sconfitta e sottomessa dai Romani a seguito della battaglia di Sentino (295 a.C.), Perugia mantiene comunque una discreta autonomia politica. A quest'epoca risale probabilmente la costruzione della cinta muraria; nello stesso secolo i romani furono costretti ad una delle più funeste sconfitte della loro storia dalla truppe cartaginesi di Annibale proprio sulle sponde del Trasimeno (217 a.C.), e Perugia si ritrovò ad offrire rifugio a numerosi soldati romani scampati al massacro. L'assimilazione agli usi ed ai costumi romani prosegue per tutto il secolo e si protrae senza traumi fino al 140 a.C., anno in cui la lotta di potere tra l'imperatore Ottaviano e Lucio Antonio, fratello di Marco Antonio che aveva fatto di Perugia la propria roccaforte, si conclude con la resa di quest'ultimo e con il conseguente incendio e saccheggio della città; i membri del senato perugino vennero sterminati ed i domini del municipium drasticamente ridotti.

L'opera di riedificazione condotta dallo stesso Ottaviano rende ben presto Perugia più ricca e potente di quanto non fosse precedentemente e le fa meritare il titolo di "Augusta", a conferma dello stretto controllo esercitato su di essa dall'imperatore. Il periodo imperiale scorre in maniera piuttosto tranquilla; a partire dal IV secolo d.C. la penetrazione del Cristianesimo tra la popolazione assume proporzioni tali da giustificare la nascita di una diocesi (V secolo); nel seguente periodo di crisi e di progressivo disfacimento dell'Impero il vescovo diviene in breve tempo la guida non soltanto spirituale ma anche politica della città: durante l'invasione barbarica guidata da Totila, il vescovo Ercolano, successivamente santificato, oppose una strenua resistenza e difese Perugia fino al martirio, cui seguì la devastazione della città (548 d.C.). Fino a oltre l'anno Mille le frammentarie notizie su Perugia testimoniano della lunga dominazione bizantina e della successiva annessione a Roma (VIII secolo). E' proprio durante l' XI secolo che nascono le prime istituzioni comunali, mentre il XII secolo è ricordato soprattutto per le battaglie con le limitrofe Chiusi, Cortona, Todi, Foligno e Assisi; proprio con quest'ultima si apre nel XIII secolo una sanguinosa lotta che si conclude con la vittoria perugina nella battaglia di Collestrada (1202): tra i prigionieri sconfitti figura anche il futuro S. Francesco d'Assisi. I successi militari aprono la strada al dominio di Perugia su di una vasta zona che va dai versanti appenninici fino all'attuale Val di Chiana. La città si estende, si rafforza e si arricchisce, mantenendo negli anni l'appoggio della Chiesa di Roma senza tuttavia riconoscerne la Signoria; il tentativo di sottomettere direttamente Perugia costò addirittura la vita a Papa Innocenzo III, ucciso in città nel 1216. Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo sorgono alcuni dei monumenti e delle istituzioni che rappresentano tutt'oggi il vanto di Perugia: la Fontana Maggiore, il Palazzo dei Priori, le principali chiese, l'Università (1308). Ormai definitivamente costituitosi in Comune, il principale centro umbro continua ad accrescere la propria importanza anche dopo il trasferimento del Papato ad Avignone e per tutta la prima metà del XIV secolo. Successivamente alcune gravi lotte intestine ne indeboliscono il tessuto sociale e ne intaccano la prosperità; quella tra i Raspanti (il popolo grasso) ed i Beccherini (il popolo minuto, per l'occasione appoggiato dai nobili), ma soprattutto quelle tra le principali famiglie cittadine (i Montesperelli, i Vincioli, i Montemelini, i Della Corgna, gli Oddi, i Baglioni). La Chiesa di Roma ne approfittò per ristabilire un controllo diretto, anche se più che altro nominale, a seguito della vittoria delle truppe di Urbano V nella battaglia di Brufa (1368). Il XV secolo trascorre quindi all'insegna dei continui passaggi di potere tra vari nobili e capitani di ventura, tra cui Biordo Michelotti, Gian Galeazzo Visconti, Ladislao di Napoli e Braccio Fortebraccio da Montone. Intorno alla fine del Quattrocento si conclude finalmente la lunga lotta per il potere tra la famiglia degli Oddi e quella dei Baglioni: questi ultimi instaurano una Signoria che spazzerà definitivamente le vestigia comunali. La supremazia dei Baglioni durò fino al 1531, anno in cui le milizie pontificie di Paolo III presero possesso della città a seguito della celeberrima "guerra del sale", così chiamata perché originata da una tassa sul sale imposta dal Papa. A seguito del breve conflitto furono distrutti gli splendidi palazzi dei Baglioni ed eretta la Rocca Paolina, a suggello del dominio di Roma: le antiche magistrature superstiti vengono abolite e viene imposto un governatore pontificio. Per i tre secoli successivi Perugia non riesce a sottrarsi allo stretto controllo papale; soltanto con l'avvento di Napoleone, e con la conseguente inclusione nel Dipartimento del Trasimeno (1798) la città torna a godere di una certa autonomia, ma soltanto per un breve intervallo di tempo. Nel 1859 una rivolta contro il legato pontificio viene prontamente soffocata nel sangue dalle truppe di Pio IX, ma ormai lo spirito risorgimentale non può essere arrestato a lungo: il 14 settembre 1860 i bersaglieri di Vittorio Emanuele II entrano trionfalmente in città decretando l'annessione di Perugia al Regno d'Italia.





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