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Cosa visitare a Panicale | Agriturismo Panicale |

Panicale è situato sul fianco orientale del Monte Petralvella, dominando paesaggisticamente a nord gran parte della Valle del Trasimeno, a nord-est la Val di Chiana e a sud la Piana del Nestore. Le origini di Panicale si perdono nella notte dei tempi. Si presume che già nel secondo millennio a.C. la zona fosse transitata da cacciatori italici, seguiti più tardi da cacciatori etruschi e quindi romani. La prima notizia certa è la fondazione di un Castrum nel 40 a.C. da parte di un gruppo di Romani fuoriusciti da Perugia a seguito della guerra tra Lucio Antonio e Ottavio Augusto. La struttura del paese conserva ancora oggi quella tipica di boro medievale nella disposizione concentrica delle vie e delle abitazioni del centro storico.
Nel Medioevo il Castrum Panicalis è legato alle vicende economiche e militari di Perugia: è infatti un prezioso centro di rifornimento per pane e carni e rappresenta un valido avamposto per le campagne di espansione del comune perugino. Dallo Statuto Comunale, conservato negli archivi comunali (quello a noi pervenuto è del 1484 e risulta essere la traduzione in volgare di un più antico testo latino risalente forse al 1386), si ricava che il territorio di Panicale era suddiviso in tre sindacati: quello della Tresa, quello di Castello e quello del Nestore. Tutti e tre i sindacati prendevano parte alla vita politica con la presenza di un rappresentante per famiglia nelle adunanze generali del Comune. Questo organo aveva il potere di decidere le modifiche da apportare allo statuto e di eleggere i consiglieri che rappresentavano uno degli uffici principali del Comune. La carica di maggior rilievo era quella di Vicario: veniva eletto ogni sei mesi e non poteva essere reclutato tra chi abitasse a distanza inferiore alle sei miglia da Panicale. Le sue mansioni erano quelle di visionare le entrate e le uscite del Comune e di giudicare sulle cause civili e penali; era inoltre la persona a cui faceva capo ogni atto giuridico. In genere il Vicario era affiancato da tre sindaci che riscuotevano i dazi ognuno nel suo Sindacato.
All’inizio del XV secolo, a seguito delle lotte tra le fazioni che dilagavano in Perugia, Panicale venne presa da Braccio di Fortebraccio (1416): questa fu la prima di una lunga serie di Signorie cui Panicale andò soggetta per molti anni. Nel 1503 Panicale fu sovente saccheggiata dalle truppe di Cesare Borgia. Nello stesso periodo domina a Perugia la Signoria di Carlo Baglioni, quando Gianpaolo Baglioni tenta di spodestarlo impossessandosi prima del territorio, Panicale si oppone fieramente. Nel 1506 passa sotto il dominio di Papa Giulio II, data che coincide con il passaggio di Perugia e del suo territorio sotto lo Stato Pontificio. Nel 1543 giunge a Panicale il Pontefice Paolo III, che riceve numerosi tributi dagli abitanti e prima di ripartire nomina Panicale, con diploma autografo, “terra insigne”. Lo Stato pontificio mantiene il controllo della cittadina (salvo che per gli anni dell’occupazione napoleonica) fino all’Unità d’Italia.
Da quel momento in poi, con la viabilità che si apre nella piana, aumenta lo sviluppo di Tavernelle (sorta nel XIII secolo come punto di rifornimento e sosta) come centro economico e commerciale, mentre il paese arroccato sulla collina assume sempre di più il ruolo di riferimento culturale e turistico LA STRUTTURA Se guardiamo Panicale dall’alto, vediamo le mura disposte lungo la linea di una serie di ovali uno dentro l’altro, poste a difendere il Palazzo del Podestà.
L’intero paese è sospeso in cima ad una collina posta fra due enormi vallate, un delle quali col Trasimeno e l’altra col fiume Nera. L’abitato è stato ideato con questa forma, come molti altri, nel Medioevo, ma è forse quello che più di altri ha mantenuto intatta la struttura architettonica generale. All’interno, fra le due porte d’accesso (Porta Fiorentina e Porta Perugina), possiamo notare tre piazze su tre livelli diversi, poste a rappresentare i diversi ceti sociali. La piazza più in basso, oggi Piazza Umberto I, era quella del mercato, del Palazzo del Popolo e della fontana per l’acqua. Immediatamente sopra, l’imponente Collegiata di S. Michele identifica la piazza del potere clericale e, ancora più in alto, il Palazzo del Podestà sovrasta la piazza del potere politico. Attraverso un gioco di piani più o meno rialzati e di mura più o meno ristrette si dipinge già, davanti ai nostri occhi, la storia medievale.





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