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Lugnano sorge su di un colle roccioso; a nord e nord-est è protetto da una catena di monti costantemente verdi e facilmente accessibili, mentre sugli altri lati offre panorami difficilmente eguagliabili. Nelle giornate limpide si ha la visione di tutti i paesi che si trovano sulla sponda destra del Tevere, da Orvieto al Monte Cimino fino al Monte Sorat: i colori dei tramonti sono stupendi. Il territorio è di circa 2.962 ettari, la campagna è formata da colline discendenti, quasi in tre gradoni, fino al Tevere, ed in prossimità di esso è formata da "calanchi" argillosi di grande fascino. La zona nord e nord-est è coperta da boschi ed uliveti siti su antichi terrazzamenti; il clima è salubre.
Il nucleo del Comune è costituito dal Centro Storico, ancora all'interno della cinta completa delle mura che racchiudevano la medioevale "Terra di Lugnano", talmente fiorente all'epoca da potersi fregiare del titolo di "Città della Teverina". Lugnano ha sicuramente una storia soltanto in parte comune a quella dei paesi vicini: è comunque una storia ancora in gran parte da studiare, ma che già offre indicazioni rilevanti. Nel periodo romano è certamente uno dei centri preminenti del cosiddetto "agro amerino romano", che si estendeva presumibilmente dalla via Amerina fino a Guardea (Guardia Tiberis). Tutto ciò risulta documentato da scoperte archeologiche (resti di ville rustiche romane) e dalla letteratura del tempo (Plinio il Giovane). Sulle origini di Lugnano sono state fatte varie ipotesi, non esistendo in questo caso nessuna documentazione certa. Non è convincente l'ipotesi che sia sorta in seguito alla distruzione di "Castrum Luchiani" (Castello di Lugnano) ad opera dei Goti o degli Ostrogoti, in quanto tale castello era ancora esistente nel 1300. E' più credibile invece un'altra ipotesi, che nasce dall'analisi scientifica degli scavi della villa romana di Poggio Gramignano; villa rustica del II secolo a.C., fu trasformata nel IV o V secolo d.C. in cimitero di bambini, 42 circa, prematuri o neonati, morti nel giro di un mese, il cui numero fa presupporre una popolazione residente di circa 1.800-2.000 persone. Questa morte è fatta risalire ad una malattia conosciuta all'epoca con il nome di "malaria" (talassemia o anemia), per cui era noto il rimedio presso i Romani (Varrone): costruire la propria casa su alture ventilate. Gli abitanti della valle del Tevere e delle ville rustiche sorte sulle colline sovrastanti il Tevere, zona paludosa e mefitica, costruiscono quindi Lugnano o Luniano su di un colle, probabilmente denominato "Lucus Jani" (Bosco di Giano): Giano bifronte, il cui corrispondente femminile è "Luna".
Anche nell'Alto e Basso Medioevo Lugnano presenta uno sviluppo piuttosto singolare; diventa "Comune" molto presto, intorno al 1000 se non addirittura prima. Non è fondata l'ipotesi della sua costituzione in "feudo" (dei Farolfo, dei Montefeltro o di altri); sembra piuttosto che la "Terra di Lugnano" sia stata sempre direttamente dipendente dalla Sede Apostolica o Ducato Romano. Il nome "Terra" esclude il concetto di "Castrum" (Castello), proprio dei possedimenti di singoli signori. Le norme statutarie del 1508, che confermano una perfetta conformità alle regole del "Municipio Romano" e che sono la raccolta di norme statutarie precedenti, costituiscono una prova di quanto sopra. La "Terra di Lugnano" è stata quindi parte della Provincia del Patrimonio di S. Pietro, quasi un avamposto guelfo contro la ghibellina Todi, che aveva autorità su Amelia e sul Castello di Alviano, da cui dipendevano Guardea, Attigliano, Poggio ed altri centri. Da questa situazione nasce la concordia costante tra la "Terra di Lugnano", Orvieto e i Castelli oltre il Tevere. Altra caratteristica di quel tempo è rappresentata da l fatto che la "notabilità" di Lugnano era costituita da Avvocati, Notai e Preti che avevano una forte influenza nelle varie cancellerie della Sede Apostolica e nel Governo della Provincia del Patrimonio; per il lavoro nella campagna si evidenzia invece un'immigrazione straordinaria nel "tenimento" di Lugnano dai Castelli vicini e lontani. La storia della "Terra di Lugnano" è, come si deduce da questi spunti, particolarmente interessante non solo sotto l'aspetto politico ma anche sotto quello economico e sociale: gli studiosi hanno a disposizione materiale abbondante su cui lavorare.
Ha certamente perso lo splendore di un tempo. L'avvento della civiltà industriale e la conseguente crisi agricola hanno provocato il fenomeno del "pendolarismo" dei giovani ed in molti casi la loro fuga. Da ciò il processo di invecchiamento della popolazione e l'abbandono delle terre, quindi l'impoverimento. Se agli inizi del 1900 Lugnano contava 3.000 abitanti circa, oggi ne conta soltanto 1.600. Tuttavia il paese ha enormi potenzialità per ritornare allo splendore di un tempo. La sua posizione, la salubrità del clima, il vasto territorio, la fertilità delle sue terre, le bellezze artistiche che possiede, ricchezze mai sfruttate come le acque sulfuree-salse certificate dal Ministero della Sanità sono tutti elementi che, se organicamente valorizzati, possono produrre lavoro e benessere.