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Storia di Giano dell'Umbria |

Tra i monumenti che sono conservati nel piccolo centro umbro, di grande interesse storico-artistico è la Chiesa ed Abbazia di San Felice. Secondo un'antica leggenda, il corpo del vescovo martire Felice venne sepolto in luogo sconosciuto, anche se un'iscrizione latina attesta che la salma fu trasportata proprio a Castrum Iacciani, divenuto poi Giano. Nel secolo XIV la leggenda venne ampliata con la notizia della costruzione di un piccolo sepolcro o di un oratorio, nel quale fu eretto e consacrato un altare in onore del Santo Felice. Le prime notizie che testimoniano lo stanziamento di una comunità monastica nel luogo sacro risalgono al lontano 950. L'abbazia, con bolla dell'11 marzo 1373 del Papa Gregorio IX, fu sottoposta al controllo della più importante abbazia di Sassovivo, presso Foligno, fino al XV secolo, periodo della sua definitiva caduta.
Nell'anno 1450 i monaci Benedettini cassinesi furono allontanati dalla chiesa, e al loro posto giunsero gli Agostiniani. Da un documento del 1450 risulta che il Papa Nicolò V, sotto pressione degli abitanti di Giano e di Castagnola, s'impegnò in un'ampia opera di restauro della chiesa e del monastero; nel 1481 iniziarono i lavori per la costruzione dell'attuale chiostro, situato a fianco della chiesa. Successivamente furono aggiunte la loggetta, le eleganti finestrelle in arenaria, il refettorio e il portale d'accesso al sacrario, datato 1642. Oltre alla preziosa decorazione in stile rinascimentale, altri importanti lavori furono compiuti nel corso del 1700, come l'aggiunta di un nuovo braccio nel monastero, realizzato nel 1790. Solo otto anni dopo, gli Agostiniani furono cacciati dal monastero stesso, a causa della loro condotta immorale. Tutti i beni dell'Abbazia furono ceduti alle scuole di Spoleto da Papa Pio VI. Per breve tempo vi s'inserirono i Passionisti, fino al 1803, anno in cui subentrò la Congregazione del Preziosissimo Sangue, fondata da S. Gaspare del Bufalo, i cui sacerdoti ancora vi abitano.





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