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Fratta Todina è un ridente paese della Media Valle del Tevere,situato su un poggio,a 214 metri s.l.m. ,tra Todi e Marsciano. Forse non è l'antica Tudernum,di cui parla Plinio nella Naturalis historia, patria dei Tuderni,i mitici fondatori di Todi.
Forse Fratta (fracta) non è stata distrutta,come suggerisce l'etimologia,durante le invasioni barbari che Forse la sua origine è più modesta:nel medioevo era soltanto un vicus,un villaggio di contadini che coltivavano le terre del Vescovo di Todi. Il suo nome deriverebbe infatti dal sistema con cui il centro abitato veniva difeso,costruendo una recinzione di pali infissi nel terreno intrecciati con frasche in modo da formare una specie di fratta (boscaglia). Nel Libro dei fuochi del 1292 è indicata con il nome di Villa o di Fracta Episcopi,Fratta del Vescovo,quasi a sottolinearne la dipendenza dalla Mensa Vescovile di Todi.
Soltanto nell'ottocento,dopo l'unità d'Italia,si chiamerà Fratta Todina. La notizia più antica su Fratta si trova in un documento del 1177,quando Federico I, il Barbarossa, discese in Italia. Nell'età comunale le lotte fra guelfi (Perugia-Orvieto) e ghibellini (Todi-Amelia Spoleto)imperversarono nella nostra regione e coinvolsero anche Fratta,che fu più volte attaccata da orvietani e perugini. Nel 1310,nella battaglia di Montemolino, Perugia vinse e distrusse il ponte che collegava le due sponde, del Tevere.
Il clima di ostilità e i continui saccheggi, incendi e devastazioni determinarono l'evoluzione dell'abitato da villa a castrum. Nel sec.XIV infatti furono costruite le mura, ma fu Braccio Fortebracci da Montone, che, nel sec.XV, scelta Fratta come base per compiere continue scorrerie nel territorio perugino,ampliò il castello e lo fortificò secondo un preciso pro getto urbanistico militare. Dopo la signoria dei Fortebracci, Fratta rientrò nell'orbita di Todi.
Visse il suo periodo aureo nella seconda metà del '500 grazie al vescovo Angelo Cesi, che si adoperò a promuoverne lo sviluppo economico e quindi demografico.
Il Cesi istituì (1600 ) una fiera libera annuale ,oggi ripristinata,da tenersi l'8 maggio,festa di S. Michele Arcangelo. Fece inoltre aprire la porta della Spineta,modificando la struttura urbanistica del castello;trasformò la sua di mora in una splendida villa e donò alla comunità una residenza per le pubbliche assemblee (attuale sede del Municipio). Nella prima metà del '600 la sua opera fu continuata dal cardinale G. B. Altieri.
Sul finire del 1700 Fratta Todina entrò a far parte della giurisdizione del cantone di Montecastello; nel 1809 fu assegnata al distretto di Marsciano, nel quale restò fino al 1828, anno in cui rientrò definitivamente nel distretto e nella diocesi di Todi. Solo nel 1862, anno in cui assunse il nome di Fratta Todina, la città raggiunse la definitiva autonomia.
S.Maria della Spineta <br>
E' il luogo più elevato del territorio di Fratta (424 mt) e offre una suggestiva visione panoramica che abbraccia l'intera valle da Perugia a Todi.
Vi sorge uno dei più antichi conventi francescani (notizie da 1291).
Dopo la peste del 1348 tornò alla sua originaria dignità e, sotto Gregorio XI, fu insediamento prescelto per l'ordine degli Osservanti. Il chiostro risale al 1394, mentre l'attuale chiesa della Vergine Assunta è della fine del XVIII sec. (1724-1737).
Del suo arredo faceva parte una Natività di Pietro detto lo Spagna (oggi nei Musei Vaticani), la cui copia si trova nella Sala del Consiglio Comunale. Dalla Spineta si possono raggiungere i Monti del Peglia e altri piccoli e suggestivi borghi.
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Montione <br>
Il ritrovamento di reperti paleontologici dimostra che l'uomo arrivò nel luogo del "grande monte" in epoca antichissima.
Nell'alto Medioevo fu un villaggio di contadini sorto intorno alla chiesa (notizie dal 1051).
Assunse poi la fisionomia di castrum a forma circolare come si evince da resti delle mura presenti sul colle. Nel 1292 (liber focularium) risultava più popolato della Villa della Fratta (68 fuochi contro 31) e insieme ad Orzolo (castello del XII sec. distrutto nel '400) costituiva l'estrema difesa dei confini durante le lotte tra Todi, Perugia e Or vieto. All'inizio del XIV sec. Cominciò il declino del Castello di Montone, dimostratosi inadeguato a sostenere gli urti degli eserciti contrapposti.
Accanto al colle con le vecchie mura e una cisterna, rimane oggi la chiesa di San Salvatore edificata nel 1649, sconsacrata e di proprietà privata.
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San Cassiano <br>
Complesso abitativo sopravvissuto ad una villa romana, come testimoniano i reperti: un cippo funerario della famiglia degli Aponi scoperto nel XVIII sec.; una cisterna e probabile casa rurale, rinvenuta in questi giorni. Nel XIII sec. Fu sede di priorato alle dipendenze dei benedettini di San Pietro di Perugia.
In un atto notarile del 1471 lo si trova definito come castrum; fu anche sede della famiglia Baglioni di Perugia, poi rivenduto a San Pietro (1501).
Dagli inizi del '900 è di proprietà privata e in occasioni particolari la piccola chiesa è ancora utilizzata per il culto. E' situato lungo il dorso della statale tra Marsciano e Fratta