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Posta in un'area montuosa è probabilmente di origine umbra, ed è sicuramente da far risalire a qualche secolo prima della fondazione di Roma. Le testimonianze più evidenti di questo periodo arcaico sono: lo splendido tempio di Villa S.Silvestro e i numerosi reperti conservati nel museo di Palazzo Santi ed in altri musei italiani e stranieri.
La presenza di importanti testimonianze epigrafiche e di recenti rinvenimenti archeologici dimostrano come Cascia ed il suo territorio fosse un centro di rilievo in età romana. Cascia è citata per la prima volta nel 553 allorché fu conquistata dal bizantino Narsete. Si costituì in libero Comune nel sec. X ed essendo favorevole all'imperatore sopportò lunghe guerre con la Chiesa e con Spoleto.
A partire dal XII secolo Cascia è risultata protagonista nelle turbolente vicende tra guelfi e ghibellini che hanno interessato gran parte del territorio umbro. Nel 1228 fu occupata da Federico II e nel 1300 devastata dal terremoto; fu ricostruita e fortificata. Nel 1490 fu assediata e sconfitta dall'esercito della Chiesa. La collocazione di Cascia ai confini con il regno di Napoli ne ha fatto un caposaldo dello Stato Pontificio che ne è stato presidio fino al 1860.
E' un importante centro di turismo religioso, e meta di pellegrinaggi. La basilica di S. Rita, è il fulcro di tutta l'organizzazione casciana, ha la facciata limitata da due torri e un interno fastosamente decorato dove nella cappella di Santa Rita è posta l'urna della santa. Nel monastero adiacente è possibile visitare il chiostro quattrocentesco, la cella della santa, il roseto miracoloso e l'oratorio.
Nella città sono presenti due comunità religiose, le suore dell'ordine religioso di Santa Rita ed i frati Agostiniani.
Oltre al santuario, Cascia conserva numerosi monumenti tra cui il più antico è la collegiata di Santa Maria, di origine romanica, con due portali rinascimentali ed interno a tre navate.
La chiesa gotica di di S. Francesco (1424) ad una navata conserva affreschi del XV-XVI secolo e la tela dell'Ascensione di Nicolò Pomarancio del 1596.
Notevoli anche le chiese di S. Agostino (1380), e di S. Antonio Abate del sec. XV, trasformata nel 1707.
Molto profonde sono le tradizioni che si ripetono ogni anno: il 17 gennaio, ricorrenza di S.Antonio Abate, gli animali bardati a festa partecipano alla processione; il venerdì Santo durante la lunga "via Crucis" si può rivivere la Passione e le sofferenze di Cristo.
Oltre al turismo sono importanti la produzione di cereali, mandorle, ortaggi e tartufi; l'allevamento; l'artigianato del cuoio e della lana; le industrie alimentari (formaggi, salumi)