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La Porta Foligno o S. Vincenzo, ricostruita nel 1797, segna per chi arriva dalla Valle, lungo la strada che coincide con l'antica Flaminia, il limite della città medievale. Tuttavia, i numerosi resti fuori porta indicano che qui si doveva già essere in piena città romana. I reperti continuano fitti anche all'interno delle mura, imboccando il tratto urbano della Flaminia: l'arteria medioevale si sovrappone al tracciato romano, come provano i frammenti di lastricato, l'antico basolato ritrovato lungo via Matteotti. Piegando a fianco dell'ex-Chiesa di San Vincenzo, in origine (XII secolo) la principale chiesa della città con prerogative poi trasferite a San Michele Arcangelo, si costeggia l'isolato semicircolare che nasce in sovrapposizione al Teatro Romano (databile al I° o al II° secolo d.C.), rapportabile per dimensioni a quello di Todi; la cavea si appoggia alla leggera altura verso San Francesco, mentre la scena si apre dalla parte della Flaminia. Tra il Teatro e le mura si inserisce, dopo il 1275, il Complesso Monastico dell'Ordine dei Minori Francescani, che amplia una chiesetta preesistente intitolata a San Giovanni Battista. Piazza Garibaldi conduce al Torrione duecentesco di Porta Cannara o San Giovanni; l'asse viario, formato dalla piazza, da Via Crescimbeni e dalla via di S. Margherita, si ipotizza essere corrispondente al cardo maggiore dell'antica Mevania, sia per la posizione baricentrica rispetto allo sviluppo della città romana, sia per l'importanza dei reperti archeologici: un Tempio (II° secolo d.C.), inglobato nella medievale chiesa della Madonna della Neve, e notevoli resti di mosaici all'interno di una casa in via Guelfa. Lungo l'asse centrale della città, oggi Corso Matteotti, s'incontrano la settecentesca Chiesa della Consolazione e la duecentesca Santa Maria Laurenzia, chiesa parrocchiale che nella definizione del tessuto medievale della città si pone a capo di un quartiere abitato dalla popolazione immigrata dal castello omonimo, distrutto nel 1256. Alcune testimonianze della storia di Bevagna sono raccolte nel Palazzo Municipale, edificio ristrutturato nel '700 ed affacciato lungo Corso Matteotti: il Museo Archeologico e la Pinacoteca offrono una piccola collezione di reperti romani ed alcune opere degli artisti locali più conosciuti. Il centro geometrico ed il fulcro rappresentativo della città coincidono con Piazza Silvestri, eccezionale spazio pubblico in cui la presenza ecclesiastica è nettamente prevalente: tre chiese circondano il Palazzo dei Consoli, un severo edificio squadrato con logge al piano terreno, costruito intorno al 1270. San Silvestro e San Michele Arcangelo si inseriscono in quest'area sin dal XII° secolo; la prima chiesa è datata 1195 e realizzata da Binello, autore, con Rodolfo, anche della facciata di San Michele, di poco più tarda. I portali, ad archi concentrici, presentano motivi romani antichi uniti a decorazioni a mosaico di tipo cosmatesco; più ricca è la facciata di San Michele, che si offre come un esempio di romanico maturo, fondato su una somma di componenti culturali esterne ma reinterpretate alla luce della tradizione locale. Anche l'interno della chiesa appare nei suoi caratteri romanici, dovuti però all'opera di ripristino del 1951-57. La Fontana, elemento consueto nelle piazze comunali, è in questo caso un rifacimento ottocentesco. Tra la piazza ed il corso, l'ultimo inserimento importante in epoca medievale è la chiesa dei SS. Domenico e Giacomo, sull'area ceduta dal Comune ai Domenicani nel 1291; della chiesa si conservano parti della costruzione trecentesca (nel coro, frammenti di un ciclo di affreschi), poi trasformata da un intervento del '700. Lungo il fianco di San Michele Arcangelo si raggiunge San Filippo, chiesa settecentesca con la facciata dai motivi in cotto e l'interno ricco di stucchi. Da qui si prende di nuovo per il corso principale, lungo il quale si allineano vari palazzetti come le settecentesche Case Spetia, fondate sul più antico tessuto medievale. Nei pressi dell'ex-Monastero di S. Lucia doveva terminare l'estensione della Bevagna romana, mentre la città medievale si chiude più avanti, con la Chiesa ed il Convento di Sant'Agostino, costruzione dell'inizio del Trecento addossata alla cerchia muraria duecentesca della città. Da Porta Sant'Agostino il percorso può continuare all'esterno, lungo le mura medievali scandite dalle torri quadrate e dal torrione rinascimentale dell'antica Porta dei Molini. Rientrando da Porta Todi, per via S. Margherita, si raggiunge la Chiesa agostiniana omonima con il Convento. Da qui, l'itinerario si chiude piegando nuovamente verso Porta Foligno.