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Storia di Monte Castello di Vibio |

Per la visita al paese ci si può avvalere di una libretto-guida, a cura dalla Pro loco. L'aspetto più rilevante dal punto di vista monumentale del paese è certamente rappresentato dalla sua struttura urbanistica, che riproduce abbastanza fedelmente quella di un castrum medievale che, visto dall'alto, è fatto a forma di cuore. Uno sguardo alla antica Porta di Maggio con la torre merlata posta a sentinella sulla vallata verso Todi, da cui un tempo Montecastello si difendeva per le continue incursioni della città Tuderte. E tra le curiosità che la storia ci narra c'è la vicenda in cui i Montecastellesi nel 1565 da abili politici, pur di restare sotto il diretto dominio pontificio anzichè con la vicina Todi, furono disposti a pagare alla Camera Apostolica la somma di ventitremila fiorini, la medesima cifra che la città Tuderte aveva già versato allo stesso governo della Chiesa, . Nel centro storico, vi è la chiesa di Santa Illuminata, dove si venera un crocifisso ligneo del 1400.; la Torre campanaria, eretta nel 1850 nel luogo in cui sorgeva l'antica chiesa di S. Rocco; piazza V.Emanuele II con la sua terrazza dove si può ammirare l'ampio panorama a sud dell'Umbria fino a scorgere i monti del Lazio e dell'Abruzzo.
Sulla stessa piazza insiste la chiesa parrocchiale dei S.S. Filippo e Giacomo del XVIII sec.
e un pozzo-cisterna del XVI sec. recentemente restaurato. Girando per le cratteristiche vie di Montecastello non si possono non notare "le porte del morto" (di epoca medievale); sono situate sempre accanto alla porta principale, erano sempre murate, non arrivavano al livello stradale e venivano aperte soltanto nell'occasione dell'uscita dalla casa della bara col morto.
<br>IL TEATRO DELLA CONCORDIA A MONTECASTELLO DI VIBIO<br>
Nel cuore del paese, di un paese a forma di cuore quale è la configurazione di Montecastello di Vibio (in Umbria - provincia di Perugia) sulla sommità del suo colle, a 422 metri di altitudine si trova un inestimabile struttura: un gioiello unico "il teatro più piccolo del mondo". Novantanove posti per sognare! Suddivisi tra i palchi e la platea. Il Teatro della Concordia è stato progettato in pieno clima post rivoluzione francese del 1789 e poi intitolato proprio a quella "concordia tra i popoli" che si andava ricreando in Europa agli inizi dell'ottocento, quando nove famiglie illustri del paese si diedero da fare per costruire a Montecastello un luogo di divertimenti e riunioni (c'era anche un caffè-salotto). La sua inaugurazione è datata 1808, in un periodo di massimo splendore culturale, quasi a volersi riscattare da parte dei Montecastellesi di secoli di vicissitudini e di dominazioni subite. Il teatro, si legge in un documento dell'epoca, "venne costruito piccolo, a misura del suo paese". Venne poi affrescato nel 1892 dal giovane pittore Luigi Agretti, appena quattordicenne, che si trovava a villeggiare a Montecastello proveniente da La Spezia, ma figlio di un perugino, Cesare, già autore delle decorazioni, del telone e dei fondali del Teatro della Concordia. Qui l’ Agretti figlio sprigionò le sue prime espressioni artistiche. Questo "giovine venuto dal mar Tirreno" (come recita una poesia scritta nello stesso anno 1892 dal montecastellese Pellegrini), ha lasciato impresse nei colori vivaci dei suoi dipinti le sensazioni della sua precoce vitalità, contribuendo anche lui ad indicare questo luogo, attraverso la dedica rivolta al paese: "Salve ameno colle, nostra patria", come un oasi di tranquillità.
Nel 1927 i caratanti, cioè i proprietari del teatro, fondano la società di gestione denominata "Accademia dei soci del Teatro della Concordia". Poi due anni dopo il teatro viene calcato anche da chi diventerà un personaggio celebre come la cantante soprano Antonietta Stella, originaria di Todi, una fra le migliori interpreti del repertorio verdiano. Successivamente nel 1945 il Teatro della Concordia di Montecastello di Vibio tiene a battesimo i primi passi di un'altra grande celebrità: si trovava in quel di Todi l'allora giovanissima Gina Lollobrigida. Qui a Montecastello recitò in "Santarellina", una commedia messa in scena dal regista e direttore di scena tuderte L. Tenneroni. L' 8 aprile 1951 si tenne a teatro "La passione di Nostro Signore" per la regia di Renato Ippoliti con notevole successo anche per l'appassionante partecipazione degli abitanti ...del paese e della campagna..., come ricorda Nello Latini. L'unico cittadino di Montecastello cui è toccato l'onore di passare il testimone tra il passato ed il futuro, per aver tutte le documentazioni fotografiche storiche sul teatro necessarie per il restauro dei dipinti fedeli agli originali.






Dal 1951 ad oggi il teatro è rimasto chiuso per inagibilità. Poi dal 1981 il comune di Montecastello di Vibio ha dato il via all'esproprio, provvedendo così all'intervento per il restauro con un finanziamento della Cee. E solo nel 1993, dopo sette anni di lavori ( con la direzione degli architetti Paolo Leonelli e Mario Struzzi), è stata portata a termine l'opera di restauro che ha permesso di mantenere la stessa struttura lignea originale che sorregge i palchetti. Infatti alle prove di carico questa si è dimostrata pienamente rispondente ai requisiti richiesti. E così con il massimo rispetto agli affreschi originali si è potuto riavere un patrimonio di notevole valore architettonico. Nel giugno 1993 si è costituita la "Società del Teatro della Concordia" con lo scopo di gestire le attività del teatro. Nel mese di settembre 1997 il Teatro della Concordia di Montecastello di Vibio "il più piccolo del mondo" si è gemellato con il Teatro Farnese di Parma "il più grande del mondo".
Questa iniziativa concertata tra il Sindaco di Montecastello, Elio Primiera, il Presidente della "Società del Teatro della Concordia", Edoardo Brenci, il Direttore del Teatro Stabile di Parma, Giorgio Gennari, il Presidente del Teatro Stabile di Parma, Walter Le Moli, è una azione significativa per inserire il piccolo teatro montecastellese tra i teatri più prestigiosi. Il Teatro Farnese costruito nel 1619 fu inaugurato nel 1628, in occasione del matrimonio tra Margherita dei Medici ed il duca Odoardo, con uno spettacolo allegorico mitologico intitolato "Mercurio e Marte". Fu utilizzato fino al 1732, poi lentamente decadde fino alla completa distruzione in seguito ad una bomba nel maggio del 1944. Ricostruito nel 1956 è oggi prestigioso e magico ingresso alla Galleria Nazionale. Il palcoscenico misura m. 40 per una apertura di m. 12, contro i 7 e 5 di quello di Montecastello di Vibio. L'obiettivo che si è proposto il Presidente Edoardo Brenci è di farne il "Teatro del week end". Una tappa turistico-culturale obbligata per chi viene in Umbria. Montecastello di Vibio è il paese ideale, di arcaica memoria, il paradiso perduto dove ritrovare la giusta dimensione di vita. Qui si passa una ...Serata nel Teatro più piccolo del mondo..., si cena gustando i sapori della tradizionale cucina contadina umbra con pernottamento tutto compreso e l'indomani dopo la prima colazione via a visitare una località dell'Umbria, prima del ritorno alla vita stressante della città. La programmazione va dalla prosa, alla lirica, operetta, concerti di musica classica e di jazz. Il Teatro della Concordia è disponibile anche per meeting e convegni, oltre ad essere stato già richiesto per la celebrazione di matrimoni con il rito civile.





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