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Sopra una collina, dalla quale domina la sottostante Alta Valle del Tevere (un ampio e verdeggiante territorio situato a nord dell'Umbria, a confine con le Marche e la Toscana), sorge il piccolo centro Citerna. Tipica cittadina medievale, Citerna venne abitata dal popolo etrusco prima di cadere sotto il dominio romano, come testimoniano i ritrovamenti di fittili e antiche monete.
Durante il Medioevo, il comune fu aspramente conteso dalla ghibellina Arezzo e dalla guelfa Città di Castello (il comune più rappresentativo dell'intero comprensorio dell'Alta Valle del Tevere). Diventato feudo della famiglia dei Marchesi del Colle, restò sotto la loro protezione fino al 1200, per poi passare sotto il controllo di Città di Castello. Nel 1310 venne sottomessa dai Tarlati di Pietramala, e rimase sotto la loro dominazione fino al 1340, prima di chiedere, assieme a Città di Castello, la protezione dei perugini. Alterne vicende portarono il comune nuovamente sotto il controllo dei Pietramala, poi dei Malatesta, fino alla sottomissione allo Stato Pontificio nel 1463.
Affidata al vicariato della famiglia dei Vanvitelli di Città di Castello, durante i primi anni del 1500 Citerna attraversò un periodo di grande splendore artistico. La potente famiglia, infatti, s'impegnò nella costruzione di monumenti ed opere d'arte che arricchirono il patrimonio artistico locale. Alla caduta dei Vanvitelli, Citerna tornò ad essere uno dei tanti paesi posti sotto la protezione dello Stato della Chiesa.
Gli anni che seguirono furono un susseguirsi di pestilenze e carestie che gettarono l'intera cittadina in una profonda crisi economica e civile. Il territorio fu ridotto alla miseria e la popolazione diminuì sensibilmente.
Nel 1849 l'esercito garibaldino, ritirandosi verso Ravenna, sostò nella cittadina umbra che, nel 1860, fu uno dei primi comuni ad entrare a far parte del nascente Regno d'Italia.