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La storia di Cannara è suddivisibile in due filoni: la storia del capoluogo e la storia di Collemancio.
Notizie sull'esistenza di una insediamento che riconduce senza ombra di dubbio a Cannara sono datate intorno all'anno 1.000, anche se la dizione "in territorio Cannariae", che indica la raggiunta configurazione spaziale dell'insediamento, appare non prima del 1.211.
Il termine castrum Cannarii compare alla metà del Duecento e ci imbattiamo nel comune Cannarii soltanto nel 1297.A questa data infatti la struttura comunale è già operante ed il paese è ormai nell'orbita di Perugia.
Il conflitto confinario con Assisi che durava da anni e che nel 1291 è sfociato in guerra
aperta ha consentito a Perugia di farsi avanti quale paladina della inerme Cannara e nel contempo le permette di aprirsi un varco e di stabilire un presidio duraturo sui bordi settentrionali della Valle Umbra.
Da quel momento la vita di Cannara è stettamente legata a quella di Perugia e ne dipende finché nel 1424 Braccio Fortebraccio da Montone concede la signoria di Cannara al suo capitano Malatesta Baglioni, peraltro anche marito della nipote Giacoma Fortebraccio.
Il dominio dei nobili perugini, allargato peraltro anche alla vicina Spello, si protrae fino al 1648 quando Cannara entrerà a far parte nello Stato della Chiesa.
Per comprendere l'altro filone della Storia del territorio di Cannara bisogna spostarsi a qualche anno dopo l'unificazione d'Italia, quando Cannara ingloba Collemancio, un piccolo comune posto sul limite nordoccidentale della Valle Umbra.
Nel 1931-32 l'infaticabile impegno di G.Bizzozero e del locale Comitato per la difesa dei monumenti e del paesaggio di Cannara portarono alla luce quello che fino allora era considerata una leggenda per cui nel territorio di Collemancio doveva essere sepolta una città antichissima, forse l'Urvinum Hortense, menzionata da Plinio.
In un recente saggio Dorica Manconi, menzionato il vicus di epoca preromana, evidenzia come all'inizio del III secolo a.C. Urvinum Hortense "si apra la strada all'esportazione verso Roma dei prodotti della fertile zona attraverso lo sbocco fluviale del Tevere da settentrione e quello stradale della via Flaminia da meridione".
Nello stesso periodo il centro viene circoscritto da mura e la costruzione di un tempio accentua la sua posizione dominante sulla vallata.
Attualmente sono visibili i resti di un terrazzamento in opera quadrata in grossi blocchi di arenaria; l'anfiteatro; un basolato stradale con tracce del foro lungo il suo percorso; un'area funeraria; infine una domus che è riconducibile ad almeno due periodi costruttivi: uno di età tardo-repubblicana, l'altro di età adriana. Secondo Gianfranco Binazzi, Urvinum Hortense non oltrepassa il IV secolo.