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Una visita di Assisi non può prescindere dalla Basilica di San Francesco che, per la sua rilevante individualità e la sua importanza storico-artistica, supera largamente l'ambito locale. Tuttavia, l'armonia delle piazze assolate, il silenzio dei vicoli ombrosi rotto dall'esplosione dei gerani sui balconi, gli orti aperti alla vista e spesso ricavati da case abbattute in epoche di crisi, l'intimità delle Chiese minori, attirano l'attenzione dei visitatori meno frettolosi ed invitano ad una più meditata conoscenza dei valori della città. Val bene ricordare come non tutto sia originale, ovvero integralmente medioevale. Alle strutture più antiche, danneggiate dai frequenti saccheggi, incendi, terremoti e lotte di fazioni, si sono sovrapposti vari interventi specie nel '400, per lo più di restauro. Inoltre, nei secoli XVII° e XVIII° invalse l'uso di unificare le piccole abitazioni medioevali, celandole sotto le austere facciate dei palazzi gentilizi; l'espediente è ora rivelato dalla generale caduta degli intonaci. Ancor più criticabili i falsi e gli abusi edilizi perpetrati nel nostro tempo (si ricorda l'uso indiscriminato del calcare rosa del Subasio), seppure camuffati, questi ultimi, dalla diligente pratica degli artigiani locali. La visita può avere inizio dalla centrale Piazza del Comune, il cuore delle funzioni civili, caratterizzata dall'armonica visione del Tempio di Minerva, dei primi secoli dell'Impero, successivamente trasformato in Chiesa, e del duecentesco Palazzo del Capitano, con l'alta Torre del Popolo.
Dignitoso, seppure fortemente restaurato nelle finestre e nei falsi merli di coronamento, è il lunghissimo Palazzo dei Priori, ora Municipio, risalente al 1337 e sede, negli ambienti a pianterreno, della ricca Pinacoteca Comunale, che documenta con affreschi staccati e vari dipinti la pittura locale e della scuola Umbra, soprattutto del '400-'500 (una Maestà giottesca, opere di Puccio Capanna, Ottaviano Nelli, Alunno, Andrea d'Assisi, Tiberio d'Assisi). Da Via Porta, al numero civico 2, si accede agli scavi archeologici sotto la piazza del Comune; in questo sito possono ammirarsi i resti di un Santuario Romano. Vari reperti di epoca etrusca e romana sono collocati nella cripta romanica di San Nicolò, e costituiscono le raccolte del Museo Civico. Dalla Piazza del Comune, la via di San Rufino sale tra case medioevali fino all'omonima piazza, chiusa dalla bella fronte romanica del Duomo, sotto la quale è possibile visitare la cripta della precedente Cattedrale Ugoniana (sarcofago romano del III° secolo e affreschi dell'XI° secolo). La Chiesa, dedicata al Patrono S. Rufino, fu rinnovata nel 1140 e consacrata nel 1228. L'interno fu trasformato dall'Alessi nel 1571 ed integralmente decorato nel 1882; recentemente si è provveduto ad una discutibile scialbatura del presbiterio. In essa è conservato un pregevole coro ligneo del '500. Adiacente alla navata destra è posto il Museo del Duomo, contenente dipinti ed affreschi staccati (Puccio Capanna, Alunno, Matteo da Gualdo), oltre a numerosi oggetti sacri. Dai locali è visibile il fianco destro della Chiesa medioevale con resti di affreschi. Salendo dalla Piazza di San Rufino per la Via di Porta Perlici si accede ad un quartiere che conserva intatta l'antica planimetria a reticolato della città romana. Usciti in Piazza Matteotti, già Nuova, si possono osservare nei pressi i resti del piccolo Anfiteatro Romano, occupato da abitazioni medioevali. Resti del Teatro Romano sono invece visibili in Via del Torrione, sul fianco sinistro del Duomo. Scendendo per le vie Doni e Sermei si giunge in Piazza Santa Chiara, l'altro polo della storia religiosa ed artistica della città, unitamente a San Francesco. Vi campeggia la grande Chiesa di Santa Chiara, dedicata alla discepola di San Francesco e fondatrice dell'ordine religioso delle Clarisse. Fu eretta tra il 1257 e il 1265; il suo interno, ad una vasta, nuda navata scandita da quattro alte campate, è notevole soprattutto per la decorazione presbiteriale del cosiddetto Maestro Espressionista di S. Chiara e per alcuni dipinti su tavola del secolo XIII°. Vi si venera il Crocifisso che parlò a San Francesco in San Damiano. Seguendo via S. Agnese, passati a fronte dell'ex Confraternita di San Crispino (ornata di una "Maestà" trecentesca), si giunge in piazza Vescovado, dove sorge la Chiesa romanica (sec XII°) di S. Maria Maggiore, antica Cattedrale, purtroppo danneggiata dal terremoto del 1832 che provocò la caduta del tetto e la parziale perdita della decorazione ad affresco. Sullo sfondo, il Palazzo Vescovile, che racchiude alcune sale affrescate da Giacomo Giorgetti (sec XVII°); in questo luogo San Francesco fece pubblica rinuncia ai beni paterni. Percorrendo via Cristofani si giunge in piazza Garibaldi ove insiste la Fraternita di San Leonardo, decorata esternamente da scene a monocromo con "Storie di Misericordia". Nelle cantine dell'attiguo Palazzo Fiumi-Roncalli è visibile una Porta dell'antica cinta muraria romana. Salendo poi per vicolo degli Esposti, si sbocca nei pressi del Palazzo del Monte Frumentario, antico ospedale e, dal '700, istituto di credito agrario, con il portico ornato da affreschi consunti del Maestro del Farneto (sec.XIV°). Da qui inizia via San Francesco, antica Via Superba, delimitata dalle lunghissime fronti di palazzi nobiliari seicenteschi, alcuni dei quali eseguiti su disegni del Giorgetti: notevole il Palazzo Giacobetti, sede della Biblioteca Comunale, con alcune sale affrescate da Ventura Salimbeni e Antonio Pomarancio. Proprio di fronte è il quattrocentesco Oratorio dei Pellegrini, decorato nel suo interno da affreschi di Matteo da Gualdo e del Mezzastris (sec. XV°). Al di là di un'arcata del secolo XIII°, porta dell'antica cinta muraria, si prolunga via del Seminario, fiancheggiata appunto dal Seminario, che comprende edifici rimaneggiati dei secoli XII-XIV, dal Teatro Comunale e da case medioevali. In fondo a via San Francesco si apre alla vista il complesso monumentale della Basilica di San Francesco, uno dei maggiori sacrari di fede e di arte nel mondo. La sua edificazione fu iniziata nel 1228, solo due anni dopo la morte del Santo, e consacrata nel 1253; consta di due Chiese sovrapposte ( quella Inferiore è il Santuario vero e proprio) e, tranne alcune aggiunte eseguite nel corso dei secoli XIII° e XIV°, presenta intatte le forme originarie. Un'attenta visita va dedicata alla ricchissima decorazione della Chiesa, monumento capitale dell'arte italiana, mirabile per la straordinaria conservazione degli affreschi (ad eccezione di quelli di Cimabue), dovuti ai maggiori Maestri del tempo: da Cimabue a Giotto, a Pietro Lorenzetti. Un'accuratissima opera di ricostruzione vera e propria più che di restauro coinvolge attualmente alcuni degli affreschi contenuti nella Basilica Superiore, sconvolta dal terremoto più recente. Ammirata la purezza delle linee architettoniche, ci si soffermi ad osservare lo stacco dalla raccolta penombra della Basilica Inferiore all'esplosione di luce di quella Superiore, sulle cui pareti si stende il celebre ciclo degli affreschi di Giotto, iniziati nel 1296, raffiguranti la Vita di San Francesco. I crolli parziali della cupola e di parte della navata centrale hanno reso necessaria la chiusura alle visite della Basilica Superiore; la riapertura al pubblico è comunque prevista entro la fine del 1999. Da non trascurare, nell'itinerario di visita, la restaurata Sala Capitolare, dominata da un grande "Calvario" di Puccio Capanna, (prima metà del secolo XIV°), ed una collezione di ceramiche assisane del '200. Attraversata la porticata Piazza inferiore, percorrendo via Frà Elia, si giunge alla Chiesa di San Pietro, romanico-gotica, già documentata nel 1029 ma ricostruita nel corso del secolo XIII°, dal suggestivo interno completamente spoglio tranne alcuni affreschi al termine della navata sinistra del faentino Pace di Bartolo. Il quartiere adiacente conserva intatta la regolare disposizione stabilita nel piano regolatore del 1316, con le schiere di casette disposte in file parallele. Salendo per via Sant'Apollinare si giunge all'omonimo Monastero: esso racchiude ambienti decorati da affreschi di Puccio Capanna. Poco oltre è sito il Monastero di San Quirico, nella cui chiesetta interna è conservata una tela di stampo caravaggesco ed affreschi di Tiberio di Assisi. Si visiti ancora via San Paolo (accessibile da piazza del Comune), delimitata da giganteschi muri di sostruzione romani. In vicolo S. Stefano è conservata una "Maestà" di Pace di Bartolo, in fondo a via Metastasio si può notare invece il Monastero di S. Giacomo Murorupto, dell'XI° secolo. Ad Assisi, infine, non può essere trascurata una visita alla Rocca Maggiore, anche e soprattutto per la vista incantevole che offre sull'intera città; ad essa si può salire percorrendo la strada da Porta Perlici o, a piedi, lungo via S. Maria delle Rose, caratterizzata da antichi edifici, tra i quali il romanico Palazzo dei Consoli. La Rocca fu fatta ricostruire dal Cardinale Albornoz nel 1367, e consta di una cinta trapezoidale e del cassero con l'alta Torre del Mastio. Ai margini della città, a circa due km. fuori da Porta Nuova, si trova l'antico monastero benedettino di San Damiano, fatto restaurare da San Francesco nell'odierna forma per ospitare Santa Chiara e le prime Clarisse. E' un suggestivo ambiente legato alle origini del movimento francescano e si compone di una Chiesa di gran semplicità e del convento.
Nella pianura sottostante si eleva la grandiosa Basilica di Santa Maria degli Angeli, costruita tra il 1569 e il 1679 su disegno di Galeazzo Alessi. Conserva all'interno il Santuario della Porziuncola, legato all'episodio del Perdono di Assisi, ed alcuni luoghi sacri al Francescanesimo, come la Cappella del Transito, dove morì il Santo, e quella delle Rose. Nel piccolo Museo, allestito nel convento bernardiniano, è conservata una Croce dipinta di Giunta Pisano ed un'immagine di San Francesco del secolo XIII°. All'interno della Basilica sono conservati un "Calvario" del Perugino, affreschi dello Spagna e, sopra la porta di accesso alla Sagrestia, una "Annunciazione" attribuita recentemente a Federico Barocci. Da non perdere, infine, l'escursione all'Eremo delle Carceri. Sito a 4 km. sulle pendici del Subasio, ad un'altitudine di 791 metri, lo si raggiunge uscendo dalla Porta dei Cappuccini. Immerso in un bosco di querce e lecci, fu luogo di ritiro di San Francesco. Nel 1400 San Bernardino da Siena vi fece edificare un piccolo convento. Si visita l'eremo con la Chiesetta, il primitivo Oratorio ed il Pozzo di San Francesco. Suggestiva è la passeggiata nella selva, tra grotte di Eremiti.