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Le primitive migrazioni dei popoli sono partite, non vi e' dubbio, dall'oriente, culla dell'umanità, di là arrivarono i primi abitatori d'Italia. M.P.Catone il Censore, che compilò le sue memorie storiche sulle antiche epigrafi, afferma, che Amelia fu ricostruita l'anno 381 prima della fondazione di Roma. Questa data avvalora l'opinione di chi ritiene che le mura poligonali, formate di grandi massi roboendrici, affacciati ed incuneati e connessi ad incastro e senza calce, siano state elevate dai Pelasgi; e che in antecedenza la città fosse munita di cinta ciclopica. La fondazione vera e propria di Amelia e' infatti da ritenere ad opera di un re di una comunità di Aborigeni, detto Amiro od Ameroe che intorno all'anno 1134 a.c. scelse queste terre come dimora per la sua gente. Successivamente occupata dai Pelasgi, che non lasciarono altra traccia all'infuori delle mura poligonali, questi dovettero cedere il posto agli Umbri, soggiogati a loro volta dagli Etruschi. Dopo la guerra latina del 338 a.c. Amelia diventò Municipio sotto il controllo di Roma, con ordinamenti propri in armonia alla costituzione romana. Una delle nove vie militari romane, la Vejetana, poi detta Amerina, transitava per Amelia, diretta a Todi, Bettona, Perugia, unendosi a Chiusi colla Cascia.Sul fianco orientale dello sperone, che culmina al Montepiglio, si possono ancora oggi vedere nel vivo le tracce di rotaie percorse dai carri romani. Durante la dominazione romana, Amelia godette indubbiamente di un periodo di magnificenza; ciò si può facilmente evincere dai molteplici reperti storici dell'epoca rinvenuti ( resti di terme, edifici, cisterne, ecc.).
<br>Il cristianesimo<br>
Per quanto concerne il sorgere del cristianesimo in Amelia non si e' a conoscenza di precise fonti al riguardo, si può tuttavia dedurre che, data la sua vicinanza con Roma e l'agevole transito per la via Amerina, non siano mancati proseliti della nuova religione sin dagli albori. Una ben radicata tradizione parla del martirio ( sotto Diocleziano ) in questi luoghi di Fermina, giovanetta romana, che divenne poi patrona, con Olimpiade suo contemporaneo persecutore pentito e giustiziato, della città di Amelia. In seguito all'emanazione dell'Editto di Costantino ( 313 ), con cui si liberalizzò il culto cristiano, le chiese di Roma e delle città vicine si rinvigorirono e si costituirono in questo periodo le prime residenze vescovili. Amelia iniziò la sua funzione di sede vescovile con Ortodulphus intorno all'anno 363, IN AMERINA ECCLESIA PASTORALIS ONERIS ELATOR, SUB B. JULIO ROM., ANNO D.NI CCCXLIX . I Goti guidati da Totila, dopo aver preso Perugia ed ucciso il suo vescovo Ercolano, assediarono Amelia per diversi giorni e la saccheggiarono ( circa l'anno 548 ). Fu dominata in seguito da Faraoldo I, Duca longobardo di Spoleto ( 579 ), successivamente passò ai Romano-Bizantini, e si trovò nello stretto lembo di terra che univa l'esarcato di Ravenna denominato Corridoio Bizantino. Appartenne poi alla Santa Sede, che provvide, sotto il pontificato di Leone IV ( sec. IX ), a restaurare le mura per far fronte alle frequenti incursioni saracene.
<br>Il medioevo <br>
Non si conosce la data in cui Amelia divenne Comune, ma si sa con certezza che nel 1065 combatté una guerra di comuni a fianco di Todi e Foligno contro Perugia. Orvieto e Gubbio, ciò dimostra una sua già consistente organizzazione comunale. Preposti alla reggenza del Comune in quell'epoca erano i Consoli (due o quattro),che venivano eletti tra gli uomini più rappresentativi (Optimates). Nel 1208 innanzi all'abbazia di S.Secondo in Amelia fu stipulato un contratto di pace con Todi, che i Todini interpretarono sempre come un vero atto di sottomissione, tanto che successivamente in diverse occasioni, Todi manifestò una ricorrente ambizione di voler tenere sotto controllo Amelia, sopratutto per motivi politico-commerciali legati alla Via Amerina. Nell'ambito della lotta tra Papato e Impero, a causa della propensione che dimostrava nei confronti della Santa Sede, Amelia dovette subire un saccheggio ad opera delle truppe di Federico II (1240). Con questa calamità iniziò il declino di Amelia ed il suo coinvolgimento nelle dispute tra Guelfi e Ghibellini, mentre permanevano costanti i tentativi dei Todini di imporre la loro supremazia. Papa Alessandro IV, in suo breve al comune di Todi, cosi si esprimeva : " Non abbiamo dimenticato quanto faceste alla città di Amelia, che spopolaste contro la nostra inibizione, anzi in nostro obobrio " (Arch. di Todi ). Verso la metà del secolo XIV la politica della città fu influenzata dal Cardinale Egidio di Albornoz; egli riuscì a togliere diversi e gravosi oneri che Amelia aveva nei confronti di Todi ed operò ritocchi sulle riforme di quel periodo, conservate nell'archivio del Comune insieme ad altri codici ed agli Statuti, esempi mirabili di arte legislativa che dimostrano come fosse stato reso funzionale l'ordinamento comunale. La fine del XIV secolo e l'inizio del XV vedono Amelia attraversare un periodo di carestia tremenda, i cui effetti erano aggravati dai tributi imposti da Roma e dai taglieggiamenti operati da diversi Capitani di Ventura, per cui si ebbe un forte incremento dell'esercizio dell'usura ed un pesante impoverimento dell'economia cittadina. l'11 novembre 1417 fu eletto Papa, il Cardinale Ottone Colonna (Martino V), il quale avendo frequentato in precedenza Amelia e avendo nei confronti della stessa una sorta di simpatia confermò i suoi privilegi verso la città la quale da ciò confortata iniziò a riprendersi. Nel 1426 S.Bernardino da Siena predicò in Amelia contro la bestemmia e l'usura. Amelia, pur condizionata essenzialmente dallo Stato della Chiesa, continuava con alacrità a difendere i criteri di autonomia e di liberta comunale incoraggiata dagli auspici favorevoli di un illustre amerino, assurto ai vertici della carriera ecclesiastica, Mons. Angelo Geraldini. Nel 1476 Papa Sisto IV, allontanandosi da Roma dove infieriva la peste, fu ospitato in Amelia dai Geraldini a spese del Comune. Risale a questo periodo inoltre la vita e le opere di Pier Matteo, il pittore sicuramente più illustre della città, al quale si attribuisce l'affresco della parete principale della cappella Sistina di Roma e il dipinto dell'Annunciazione Gardner, attualmente conservato a Boston.
<br>L'era moderna <br>
Alessandro Geraldini, al servizio della Corte di Spagna e confessore della Regina Isabella, intercesse affinché Cristoforo Colombo ottenesse le tre caravelle che lo avrebbero poi portato alla scoperta del Nuovo Mondo. Il Geraldini fu in seguito nominato primo vescovo d'America in S.Domingo dove morì l'8 marzo 1524 ed ivi riposa. Nei secoli successivi la storia di Amelia si identifica completamente con quella dello Stato della Chiesa e non sono occorsi fatti di particolare rilevanza storica. Nel periodo del Risorgimento Italiano, i moti del 1848-49 trovarono in Amelia una fitta schiera di volontari; gli esponenti principali furono il Conte Luigi Franchi ed Antonio Girotti, i quali rispettivamente con il grado di Tenente Colonello e di Capitano parteciparono nel 1848, con il Generale Durando, alla difesa di Vicenza e nel '49 alla Repubblica Romana. Angelo Brunetti detto Ciceruacchio fu ospitato (1849), fuggiasco da Roma, nel palazzo Franchi (Via della Repubblica). I patrioti amerini nel 1859 parteciparono ai moti insurrezionali, finché il 21 settembre 1860 le truppe piemontesi del generale Brignone entrarono nella città e nel 1867 parteciparono alla sfortunata impresa di Mentana per la liberazione di Roma. Nel 1860 i parroci dovettero consegnare alle autorità del nuovo Stato Italiano i libri baptizatorum, matrimoniorum et mortuorum che erano, nello Stato Pontificio, da loro tenuti (attualmente questi libri sono conservati nell'archivio storico del Comune). Il nuovo governo monarchico procedette, anche in Amelia, all'espropriazione di innumerevoli beni della Chiesa. Furono chiusi ed espropriati i conventi di S.Francesco, di S.Agostino, di S.Giovanni fuori le mura ed inoltre i monasteri di S.Angelo, S.Caterina e S.Monica. Questi due ultimi furono tuttavia acquistati da devoti benefattori, che li restituirono subito alla comunità ecclesiastica. Oltre ai conventi suddetti esistevano, come ancora oggi, quelli di S.Magno, di S.Maria dei Laici e nella campagna circostante, il convento dei Cappuccini e della SS.Annunziata che costituivano in Amelia un rappresentanza ecclesiastica notevole. Agli inizi del secolo oltre ad una fiorente agricoltura concentrata sopratutto attorno alle grosse aziende (Carità, Barcherini, Farrattini, Morelli e Colonna), nacque la prima industria locale grazie sopratutto alle iniziative imprenditoriali di Domenico Federici, Quirini Girotti ed Ermenegildo Cerasi, che rispettivamente operarono nel campo alimentare i primi due e meccanico il terzo. Attività molto diffusa era la coltivazione del baco da seta, dei fichi, prugne e visciole secche che venivano in grandi quantità smerciate su Roma. Amelia è stata da sempre rinomata per la caccia dei colombi di passo specializzandosi a tal punto da costituire dei piccoli complessi con casette, stagni ed abbeveraggi per incrementare la cattura con le reti la cacciagione veniva poi venduta sui mercati principali dell'Italia centrale. Numerose, nei primi anni del secolo, le emigrazioni sopratutto verso gli Stati Uniti e l'Argentina. Il primo acquedotto cittadino, quello di Capita, risale a quest'epoca; esso portò alla installazione delle fontanelle pubbliche ed al graduale abbandono dei pozzi. La luce elettrica arrivò in Amelia nel 1911 a sostituire la pubblica illuminazione a petrolio; già nel 1914 si rappresentavano i primi films muti: il primo locale adibito a cinematografo fu l'androne del Palazzo Ercolani (Via della Repubblica al n.c.28), e successivamente quello del Palazzo Tinarelli ora Pagliaricci (Via della Repubblica al n.c.54) nel quale esiste tuttora la vecchia cabina per la macchina da proiezione. Anche i vecchi molini ad acqua vennero via via elettrificati o chiusi; lo stesso accadde per i forni. Una istituzione che dava lustro all' Amelia di allora era il Collegio Convitto Boccarini che venne eretto ad ente morale con R.D. del 29 novembre 1893 e posto alle dipendenze della Congregazione di Carità che lo amministrava a mezzo del Consiglio Direttivo e lo sussidiava con le rendite del legato del Conte Flavio Boccarini, donde il nome, e successivamente anche del lascito Ciatti. Comprendeva i quattro corsi dell'Istituto Tecnico Inferiore, i tre della Scuola Complementare Pareggiata e le cinque classi elementari. I convittori indossavano una elegante divisa di stile militare, come era uso nei collegi di classe in quell'epoca (successivamente il collegio passò ai Salesiani che lo gestirono dal 1932 al 1954). Altra istituzione da menzionare è il Tiro a Segno Nazionale con poligono di tiro in località La Gioiosa munito di bersagli a 100, 200 e 300 metri; i tiratori ritornavano in città dopo le varie manifestazioni accompagnati da una propria fanfara in divisa; il poligono funzionò sino alla fine degli anni '30, da ultimo fu utilizzato per istruzione militare. Nel 1929 fu aperta una scuola forestale denominata Scuola Allievi Militi, che avrebbe potuto aprire alla città interessanti prospettive, ma fu soppressa appena due anni dopo. Una citazione a parte meriterebbero le numerose associazioni e circoli, che hanno operato in Amelia dal '700 ad oggi; ricordiamo l'Accademia degli Ameliofobi (sec.XVIII) il cui nome, per un curioso scherzo di parole di origine greca, contrassegnava un'associazione contro l'apatia cittadina, il Circolo Popolare di Amelia, creato con fini patriottici il 15 dicembre 1848 in pieno clima risorgimentale e, della stessa epoca la Filarmonica Amerina. Negli ultimi anni del secolo XIX e fino alla fine degli anni '30 operarono la Filodrammatica, il Circolo Cattolico S.Fermina, il Circolo Unione, con fini ricreativi e il Circolo S.Caterina. Nel 1782 venne fondato il Teatro Sociale che ha sempre rappresentato un momento aggregante per la vita culturale, artistica e ricreativa degli amerini. Nel 1813 nacque ad Amelia Augusto Vera, al quale é dedicata una piazza del centro storico della città, filosofo di scuola hegeliana e accademico dei Lincei, fu ordinario dell'Università di Napoli ove tenne, tra il 1862 e il 1865, un corso di studi sull'interpretazione della Filosofia della Storia di Hegel: le lezioni vennero condensate in una serie di scritti che confluirono nell'Introduzione alla Filosofia della Storia. Alla prima guerra mondiale gli amerini contribuirono con 188 soldati morti sui campi di battaglia. Durante il fascismo, come in ogni parte d'Italia, si susseguirono adunate, discorsi, cortei e saggi ginnici si svolgevano tra Piazza del Municipio, Piazza Vittorio Emanuele (oggi Piazza G.Marconi), Via Garibaldi, Corso Vittorio Emanuele ( oggi Via della Repubblica) ed avanti al monumento dei caduti. In quegli anni furono creati gli attuali giardini pubblici ingrandendo i precedenti che si componevano della sola parte triangolare prospiciente il ristorante Anita e successivamente fu impiantata la pineta di Nocicchia. Nelle guerre di Spagna, di Etiopia e nella seconda guerra mondiale caddero 34 amerini. Dopo l'8 settembre le campagne circostanti Amelia accoglievano importanti depositi tedeschi di viveri e di munizioni per il rifornimento del fronte di Cassino. Il comando tedesco risiedeva in palazzo Colonna ed altri uffici nell'ex Albergo Centrale, nelle ville Aspreta, S.Giovanni e alla Gabelletta. Sebbene un gruppo di partigiani operasse nei boschi intorno a Macchie non vi furono in città azioni notevoli ne rappresaglie al contrario numerosi cittadini lavorarono, per lo più liberamente, alle dipendenze dei tedeschi. L'unica tragica azione bellica che Amelia ricorda drammaticamente fu il bombardamento alleato del 25 gennaio 1944 durante il quale per errore invece del ponte Grande, fu colpita la chiesa di S.Elisabetta e l'annessa scuola elementare femminile; vi restarono uccise 12 alunne, la direttrice Jole Orsini, un operaio e tre suore. La chiesa nella ricostruzione prese il nome di S.Lucia. Il primo fatto importante del dopoguerra fu, per gli amerini di allora "Il Passatore", film interamente girato in Amelia, per la regia di Coletti. L'avvenimento coinvolse veramente tutti, non solo dal punto di vista economico, ma anche passionale e per taluni sentimentale. Ad Amelia si riversò una schiera di macchinisti, di tecnici e di attori; si potè vedere da vicino Rossano Brazzi, Valentina Cortese, Folco Lulli, Gino Cervi, Carlo Campanini, i fratelli Ninchi e l'allora astro nascente Alberto Sordi: era il 1947. Il grande Albertone tornerà nuovamente ad Amelia diversi anni dopo per girare alcune scene del Il Marchese del Grillo all'interno del Teatro Sociale. Gli anni successivi sono storia contemporanea dove la vita di città si svolgeva maggiormente entro le mura; non c'era un campo di calcio (eccetto quello dei Salesiani) ne altro impianto sportivo salvo Lo Sferisterio a ridosso delle mura accanto a Porta Romana; tutte le strade erano bianche e polverose così come tutte le vie interne della città erano bianche ed imbrecciate; le automobili tra private e pubbliche erano circa venti. Il 21 agosto 1949 la ditta Paolocci e Quadraccia inaugurava il Cinema Perla con il film Melodie eterne. Dopo i podestà del ventennio fascista nel 1946 venne eletto sindaco il fabbro socialista Cafiero Liberati che sarebbe rimasto in carica per 18anni.